sabato 20 aprile 2013

[Recensione] - I giorni della sposa di Kaoru Mori

Otoyomegatari, conosciuto in Italia come "I giorni della sposa", è l'ultima opera (ancora in corso) della bravissima Kaoru Mori. Autrice già conosciuta per "Victoria Romance Emma", serie inizialmente pubblicata da Dynit ma interrotta, che verrà riproposta da jpop integramente fa pochissimo (e non vedo l'ora), si distingue da altri mangaka per la bellezza e raffinatezza nel raccontare le sue storie sia come filone narrativo, che nel magnifico tratto dei suoi disegni.
L'opera sviluppa la sua trama lungo la "via della seta", nell'Asia Centrale del XIX secolo. E' la storia di Amira, una giovane e bella donna esperta nel tiro con l'arco e l'equitazione, inviata in un altro villaggio per sposare Karluk, un ragazzo più giovane di 8 anni. Vinti gli imbarazzi iniziali, i due novelli sposi (che si vedranno per la prima volta solo nel giorno del matrimonio) riusciranno a trovare e coltivare una loro dimensione affettiva, ad anche Amira si integrerà al meglio nella nuova comunità. 
Ma tale stato idilliaco di famiglia ideale dove, nonostante la differenza d'età i due sposi riescono ad interagire come pari, non è destinato a durare per sempre e dopo alcuni capitoli un nuovo temibile contendente avanza pretese sulla ragazza, tanto che suo padre ed il suo villaggio presto decideranno di riprendersi Amira strappandola dalla felicità che le ha riservato la vita all'interno della sua nuova famiglia. A tutto questo, però, Karluk si oppone: Amira è la "sua" sposa e nessuno gliela porterà via!

Differentemente da quello che si può pensare, la vera protagonista dell'intera opera, però, non è la coppia di novelli sposi ma tutto quello che li circonda: paesaggi, modi, usi e tradizioni, ma più nello specifico la loro bellezza e il dovere nel preservarli. L'amore per queste terre lo si può vedere anche dalla presenza del Signor Smith: un'inglese che, addentrandosi in un viaggio culurale, cercherà d'imparare e scoprire tutto il possibile su queste popolazioni nomadi anche se la sua presenza, non da tutti "amata", lo porterà a volte ad essere mira di scontri politici anglo-russi per il controllo del territorio.

L'argomento che forse, però, spicca su tutti gli altri è la situazione di vita delle donne nomadi che vivono in queste terre. Ci viene raccontata, in maniera molto dettagliata, la loro quotidianità che va dalla visita al mercato, alle faccende domestiche, al ricamo, nonostante la loro vita s'instagli in un paese dove la supremazia è del tutto maschile. Se una giovane moglie non partorisce un figlio, la famiglia di lei può rivendicarla e decidere di darla in sposa al figlio di un altro clan, oppure se rimasta nubile o vedova (anche se costretta a sposare il secondo genito del clan che l'ha accolta, quindi usata come un "oggetto" da passare da un figlio ad un altro) e non è più in età da marito rimarrà sola nella povertà.
All'interno dell'opera sono presenti molte tavole prive di dialoghi ma che, grazie alla loro raffinatezza ed ai dettagli che la mano della Mori inserisce nei suoi disegni, anche nei loro silenzi raccontano tanto e portano il lettore anche a commuoversi per l'attenzione che l'autrice ha messo nel realizzare il tutto.

Un'opera che da parte mia non posso che consigliare a tutti quanti, un seinen sentimentale e slice of life che vi toccherà nel profondo e che vi lascerà un segno indelebile difficile da cancellare. Al momento siamo fermi al numero quattro ma in patria è già uscito il quinto, approfittatene finchè i numeri da recuperare sono pochi: credetemi, non ve ne pentirete!
Per darvi un'idea della raffinatezza di quest'opera vi lascio il book-trailer del quarto volume.



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